C'è un luogo, nella Valtellina, che può essere considerat
o il cuore dello sci, la summa della surfata, l'apice del piacere innevato. Salendo da Campodolcino o da Madesimo, è facile raggiungere la Val di Lei, qualche seggiovia e una cabinovia, e ci si ritrova in uno dei migliori luoghi per sciare di tutta la valtellina. Le piste permettono di passare dalla canonica via battuta, ai fioripista, con salti, rientranze e pendenze di ogni tipo. Ci si può buttare a capofitto o godersi il silenzioso discendere nella neve fresca. Un veloce pasto a 2400 metri, godendo di un panorama meraviglioso, e poi rifiondarsi per le valli circostanti. Per tornare a valle, poi, è possibile utilizzara la cabinovia presa all'andata, oppure scendere per il canalone. Dino Buzzati, molti anni or sono, aveva descritto questa pista non pista, come la migliore delle alpi. Dopo averla percorsa, dopo esserci entrato, ne capisco i perchè. E' quasi impossibile spiegare a parole il piacere che un percorso come quello può regalare. Pensate solo che, io e i mie compagni di ventura, nel chiedere spiegazioni su dove si trovasse questo "famigerato" canalone, abbiamo assistito a questo discorso: "...vedi quelle due casette?..bene lì vai per il canalone"..."Ma poi che via seguiamo?"..."Via?..non esiste via..scendi e basta". Poi solo fresca, un po' ghiacciata, ma vinto il contrasto i
niziale e la pendenza immersa nei massi, ogni curva, ogni equilibrio mantenuto, diveniva un passo ulteriore, raggiunto con l'amata tavola, un nuovo grado passato per un miglioramento costante.
Con il canalone abbiamo fatto l'amore. E non vedo l'ora di tornarci!...
o il cuore dello sci, la summa della surfata, l'apice del piacere innevato. Salendo da Campodolcino o da Madesimo, è facile raggiungere la Val di Lei, qualche seggiovia e una cabinovia, e ci si ritrova in uno dei migliori luoghi per sciare di tutta la valtellina. Le piste permettono di passare dalla canonica via battuta, ai fioripista, con salti, rientranze e pendenze di ogni tipo. Ci si può buttare a capofitto o godersi il silenzioso discendere nella neve fresca. Un veloce pasto a 2400 metri, godendo di un panorama meraviglioso, e poi rifiondarsi per le valli circostanti. Per tornare a valle, poi, è possibile utilizzara la cabinovia presa all'andata, oppure scendere per il canalone. Dino Buzzati, molti anni or sono, aveva descritto questa pista non pista, come la migliore delle alpi. Dopo averla percorsa, dopo esserci entrato, ne capisco i perchè. E' quasi impossibile spiegare a parole il piacere che un percorso come quello può regalare. Pensate solo che, io e i mie compagni di ventura, nel chiedere spiegazioni su dove si trovasse questo "famigerato" canalone, abbiamo assistito a questo discorso: "...vedi quelle due casette?..bene lì vai per il canalone"..."Ma poi che via seguiamo?"..."Via?..non esiste via..scendi e basta". Poi solo fresca, un po' ghiacciata, ma vinto il contrasto i
niziale e la pendenza immersa nei massi, ogni curva, ogni equilibrio mantenuto, diveniva un passo ulteriore, raggiunto con l'amata tavola, un nuovo grado passato per un miglioramento costante....inutile dirvi che abbiamo sciato fino alla chiusura degli impianti..ore 16.26 ultima seggiovia presa....i rimanenti 200 metri di pista li abbiamo surfati con il gatto delle nevi che iniziava il suo lavoro...Buon fine 2006!
1 comment:
Per sottolinerae ancor di più la nostra avventura,voglio aggiungere che in primis, quando stavamo prendendo la seggiovia per raggiungere l'altissima val di lei,già ci chiedavamo dove poteva essere il famoso canalone...ma guardando in alto vedavamo solo il costone della montagna, tante roccie e molta pendenza;il tutto allora faceva pensare a un percorso alternativo:"ma va è troppo,non si può scendere da li".arrivato il pomeriggio...bè ora sapete tutto.
bravo ale per la pelle d'oca che mi hai rifatto venire con questo articolo.
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